CONFESERCENTI PRATO, OMICRON AFFONDA IL COMMERCIO E I PUBBLICI ESERCIZI

Ristoranti, bar, pizzerie e hotel: il settore di nuovo nel baratro e in lockdown indotto

Stefano Bonfanti e Renzo Bellandi: “Stiamo vivendo un lockdown di fatto, urgente intervenire”

La pandemia è la “nuova (a)normalità” da ormai due anni, “Ma ancora – commentano Stefano Bonfanti e Renzo Bellandi rispettivamente Presidente Provinciale e Presidente della FIEPET (bar e ristoranti) della CONFESERCENTI di Prato – sa coglierci impreparati”. Che l’elevato numero di contagi da Covid-19, con le conseguenti quarantene dei positivi e dei contatti stretti di questi ultimi, sarebbe potuto diventare un problema per il comparto economico del Paese era già stato ipotizzato alla fine di dicembre. La situazione che stiamo vivendo in queste settimane sembra esserne la conferma.

“Gli ultimi due anni ci hanno messi in dura crisi, abbiamo vissuto un’estate importante e si è visto il sorriso tornare sul viso degli imprenditori che faticano tutti i giorni per tenere aperte le attività – continua il Presidente Bonfanti – ma quello che sta succedendo ci fa tornare in una situazione drammatica, non bastano due o tre mesi a salvare un’azienda dopo due anni con pochi aiuti”.

Nell’ultimo mese, le prospettive delle imprese del turismo, del commercio e dei pubblici esercizi sono radicalmente mutate a causa del Covid. E se l’autunno era stato caratterizzato da una graduale ripresa, anche se lenta e faticosa, l’arrivo dell’inverno ha purtroppo segnato una netta inversione di tendenza negativa: tra paura, smartworking e restrizioni, l’aumento dei contagi ha portato ad un lockdown di fatto, anche se mai dichiarato, che ha affondato i fatturati delle attività dei tre settori.

“C’è il rischio oggettivo che tante imprese si trovino nell’impossibilità di organizzare il proprio lavoro”, commenta Bellandi. Nelle prime fasi della pandemia “C’erano condizioni più drastiche: o si teneva chiuso, o si teneva aperto. Adesso invece la situazione è anomala. È possibile tenere aperta l’attività e bisogna fare più cose per quanto riguarda la sicurezza, ma c’è una diffusione dei contagi molto più ampia, con tantissimi asintomatici, che comunque non possono andare a lavoro, e con una grande richiesta di fare i tamponi. Chi è in grado di turnare il personale e può ragionare su numeri diversi, sarà meno in difficoltà. Ma c’è chi può trovarsi in condizioni complicate”

“La speranza è quella di poter tornare a lavorare in tranquillità e si spera che sia l’ultimo inverno di pandemia – aggiunge Bellandi, responsabile cittadino dei bar e ristoranti della Confesercenti di Prato – abbiamo bisogno di vivere e lavorare senza dimenticare che le economie che abbiamo fatto in questi anni ci sono servite per pagare affitti e stipendi, ma non abbiamo potuto investire. Speriamo di poter uscire da questa situazione”.

“Noi abbiamo sottolineato più volte – sottolinea il Presidente Bonfanti – le difficoltà che riguardano le imprese del settore del commercio, del turismo e dei servizi, in particolare quelle meno strutturate, dove la sostituzione del personale è difficile. Penso a imprese che hanno meno di 10-15 dipendenti o del settore della ristorazione: se si ammalano il cuoco o gli addetti alla cucina, ad esempio, diventa un problema poterli rimpiazzare. Si rende necessario provvedere immediatamente ad una ulteriore proroga degli ammortizzatori con causale Covid e del blocco dei licenziamenti, per evitare che nei primi mesi dell’anno esploda una crisi occupazionale che, sinora, si è riusciti ad evitare”.

“La cassa integrazione Covid è terminata il 31 dicembre scorso e ancora il Governo non è chiaro su chi e come potrà sperare in un suo rifinanziamento. Ma il terziario non è figlio di un dio minore, così come non lo sono i suoi lavoratori – sottolineano Bonfanti e Bellandi – la chiusura di una fabbrica con centinaia di operai, fa giustamente notizia e provoca reazioni sdegnate. Vorremmo che lo stesso sdegno nascesse di fronte al pericolo che centinaia e centinaia di dipendenti di piccole aziende di turismo e commercio, perdano il posto”.

“Come Confesercenti abbiamo chiesto al Governo e al Ministro del Lavoro che vengano create le condizioni per poter sostituire in termini più brevi chi è impossibilitato a lavorare, così come abbiamo sollecitato la reintroduzione della cassa straordinaria Covid-19, perché ci sono attività che non sono ancora in condizione di poter operare.

C’è bisogno – conclude Bonfanti – di interventi straordinari per evitare che l’unica prospettiva sia lasciare a casa le persone. Il governo si è già impegnato e ha annunciato uno stanziamento di 2 miliardi che dovrebbe andare a coprire questa fattispecie. Ci auguriamo che il provvedimento venga adottato quanto prima”.

LINEE GUIDA PER LA RIPRESA DELLE ATTIVITA’ ECONOMICHE E SOCIALI. MISURE DI PREVENZIONE PER I SERVIZI DI RISTORAZIONE

Tra cui bar, ristoranti, pizzerie, gelaterie, pasticcerie, catering ecc.

Con l’ordinanza del Ministro della Salute del 29 maggio 2021 (clicca qui per visualizzare) sono state recepite le nuove linee guida della Conferenza Regioni e Provincie del 28 maggio 2021 (clicca qui per visualizzare), di cui qui di seguito segnaliamo le principali indicazioni che gli esercizi di somministrazione devono seguire:

Informazione

Predisporre una adeguata informazione sulle misure di prevenzione da rispettare,  comprensibile anche per clienti di altra nazionalità.

Temperatura corporea

Potrà essere rilevata la temperatura corporea, impedendo l’accesso in caso di temperatura >37,5 °C.

Prodotti Igienizzanti

Rendere obbligatoriamente disponibili prodotti per l’igienizzazione delle mani per i clienti e per il personale anche in più punti del locale, in particolare all’entrata e in prossimità dei servizi igienici, che dovranno essere puliti più volte al giorno. 

Misure anti-assembramento

Adottare misure al fine di evitare assembramenti al di fuori del locale e delle sue pertinenze.

Contingentamento degli ingressi

Definire il numero massimo di presenze contemporanee in relazione ai volumi di spazio e ai ricambi d’aria ed alla possibilità di creare aggregazioni in tutto il percorso di entrata, presenza e uscita.

Negli esercizi che somministrano pasti, raccomandare l’accesso tramite prenotazione e mantenere l’elenco dei soggetti che hanno prenotato per un periodo di 14 giorni. E’ comunque consentito l’accesso, anche in assenza di prenotazioni, qualora gli spazi lo consentano, nel rispetto delle misure di prevenzione previste. In tali attività non possono essere continuativamente presenti all’interno del locale più clienti di quanti siano posti a sedere.

Negli esercizi che non dispongono di posti a sedere, consentire l’ingresso ad un numero limitato di clienti per volta, in base alle caratteristiche dei singoli locali, in modo da assicurare il mantenimento di almeno 1 metro di separazione (estendibile ad almeno 2 metri in base allo scenario epidemiologico di rischio).

Disposizione dei tavoli

Disporre i tavoli in modo da assicurare il mantenimento di almeno 1 metro di separazione tra i clienti di tavoli diversi negli ambienti al chiuso (estendibile ad almeno 2 metri in base allo scenario epidemiologico di rischio) e di almeno 1 metro di separazione negli ambienti all’aperto (giardini, terrazze, plateatici, dehors), ad eccezione delle persone che in base alle disposizioni vigenti non siano soggetti al distanziamento interpersonale. Detto ultimo aspetto afferisce alla responsabilità individuale.

Tali distanze possono essere ridotte solo con barriere fisiche di separazione, avendo cura che le stesse non ostacolino il ricambio d’aria.

Consumazione al Banco

– per la consumazione al banco assicurare il mantenimento della distanza interpersonale di almeno 1 metro tra i clienti (estendibile ad almeno 2 metri in base allo scenario epidemiologico di rischio), ad eccezione delle persone che in base alle disposizioni vigenti non siano soggetti al distanziamento interpersonale. Detto ultimo aspetto afferisce alla responsabilità individuale.

Norme comportamentali clienti

I clienti dovranno indossare la mascherina a protezione delle vie respiratorie in ogni occasione in cui non sono seduti al tavoli.

Menù

Favorire la consultazione online del menu tramite soluzioni digitali, oppure predisporre menu in stampa plastificata, e quindi disinfettabile dopo l’uso, oppure cartacei a perdere.

Attività di sanificazione e Ricambio Aria

Al termine di ogni servizio al tavolo, assicurare pulizia e disinfezione delle superfici;

E’ obbligatorio mantenere aperte, a meno che le condizioni meteorologiche o altre situazioni di necessità non lo consentano, porte, finestre e vetrate al fine di favorire il ricambio d’aria naturale negli ambienti interni. In ragione dell’affollamento e del tempo di permanenza degli occupanti, dovrà essere verificata l’efficacia degli impianti al fine di garantire l’adeguatezza delle portate di aria esterna secondo le normative vigenti. In ogni caso, l’affollamento deve essere correlato alle portate effettive di aria esterna. Per gli impianti di condizionamento, è obbligatorio, se tecnicamente possibile, escludere totalmente la funzione di ricircolo dell’aria. In ogni caso vanno rafforzate ulteriormente le misure per il ricambio d’aria naturale e/o attraverso l’impianto, e va garantita la pulizia, ad impianto fermo, dei filtri dell’aria di ricircolo per mantenere i livelli di filtrazione/rimozione adeguati. Se tecnicamente possibile, va aumentata la capacità filtrante del ricircolo, sostituendo i filtri esistenti con filtri di classe superiore, garantendo il mantenimento delle portate. Nei servizi igienici va mantenuto in funzione continuata l’estrattore d’aria. 

Personale di servizio

Il personale di servizio a contatto con i clienti deve utilizzare la mascherina e deve procedere ad una frequente igiene delle mani con prodotti igienizzanti, prima di ogni servizio al tavolo.

ASPORTO CONSENTITO NEI BAR ANCHE DOPO LE 18,00

Il Ministero dell’Interno d’intesa con la Presidenza del Consiglio, ha emesso la circolare del 7 maggio, n. 33694, con cui fa presente che “considerata la portata di carattere generale e innovativo delle previsioni introdotte dall’art. 4, comma 1, del citato decreto-legge, relativamente alla riapertura delle attività dei servizi di ristorazione svolte da qualsiasi esercizio nella zona gialla, per i soggetti che in tale zona svolgono come attività prevalente una di quelle identificate dal codice Ateco 56.3, la vendita per asporto è da ritenersi consentita anche oltre le ore 18,00, nel rispetto dei vigenti limiti orari agli spostamenti”.

La circolare, quindi, rende possibile l’asporto da parte dei bar in zona gialla anche dopo le 18,00 e fino alle 22,00.

Restano validi i divieti di:

consumare cibi e bevande in luoghi pubblici oltre le 18.00;

consumare cibi e bevande sul posto o nelle adiacenze dei pubblici esercizi in qualsiasi orario.

Per ulteriori informazioni contattare i nostri uffici. Tel. 0574 40291

“APERTI PER NON CHIUDERE PIÙ”: FIEPET-CONFESERCENTI PRATO SI MOBILITA PER LA RIAPERTURA TOTALE E DEFINITIVA DEI RISTORANTI E BAR

In concomitanza con il Primo Maggio, Festa internazionale del lavoro
“APERTI PER NON CHIUDERE PIÙ”: FIEPET-CONFESERCENTI PRATO SI MOBILITA PER LA RIAPERTURA TOTALE E DEFINITIVA DEI RISTORANTI E BAR

“Aperti per non chiudere più”. È lo slogan che scandisce la campagna lanciata in concomitanza con il Primo Maggio, festa internazionale del lavoro.

I pubblici esercizi italiani intendono così mobilitare anche l’opinione pubblica sulla necessità di una ripartenza totale e definitiva dell’attività del settore e, più in generale, sulla necessità di una diversa gestione della pandemia, che non passi più dalle chiusure dei locali, ma che vada a colpire il pericolo dei contagi là dove realmente è.

Nelle locandine, affisse in vetrina da migliaia di bar e ristoranti, alcune immagini provocatorie: l’interno di un locale con il servizio al tavolo e assembramenti in spazi pubblici. Poi, la domanda: “Dove ti senti più sicuro?”

“Basta coi distinguo tra fasce di colore o tra servizio all’esterno o all’interno: ormai queste regole nella lotta al Covid stanno sfiorando il ridicolo – dice Fiepet-Confesercenti Prato- lo dimostra il fatto che nei mesi in cui siamo stati chiusi il numero dei contagi è addirittura aumentato. È evidente ormai a tutti, tranne che al Governo, che non è nei nostri locali che circola il virus. Si vada piuttosto a vedere cosa accade nelle case private, negli assembramenti spontanei delle piazze, o all’interno delle grandi aziende, dove quattro milioni di lavoratori ogni giorno condividono il momento della pausa non sempre rispettando le prescrizioni antiCovid”.

“Con le sue disposizioni, ormai da oltre un anno lo Stato italiano ha messo fuori legge i pubblici esercizi, che pure sono gli unici a poter garantire la somministrazione in piena sicurezza, con clienti controllati e controllabili e nel pieno rispetto dei protocolli vigenti. Ma chiudendo noi ha aperto la strada alla rete dell’illegalità fuori da ogni controllo. E gli effetti sono sotto gli occhi di tutti”.

“La categoria è vittima di un accanimento senza senso, che sta esaperando gli operatori – sottolineano da Fiepet – Prendiamo distanza dalle azioni di protesta violente e contro la legge che si sono succedute in queste settimane, ma non dalle ragioni che le hanno ispirate. Per questo motivo, tenendo fede al senso di responsabilità e al principio di muoverci sempre dentro la legalità, continuamo ad aumentare la nostra attività sindacale nei confonti di tutti i decisori istituzionali, a livello territoriale come nazionale, affinchè si facciano carico delle nostre richieste per una riapertura totale e definitiva dei pubblici esercizi, indipendentemente dalle fasce di colore. Puntando anche al superamento del concetto di “coprifuoco” o, in stretto subordine, almeno al suo prolungamento alla mezzanotte. Siamo in buona compagnia nel chiederlo, visto che sia Anci che la Conferenza delle Regioni e Province autonome si sono espresse favorevolmente in questa direzione”.

Per accompagnare il pressing sindacale, arriva quindi la campagna promozionale rivolta ai clienti, che prevede il coinvolgimento di tutte le attività di somministrazione con l’obiettivo di evitare un nuovo lockdown, dimostrando che non sono certo bar e ristoranti i luoghi di maggior diffusione dei contagi.

BAR, RISTORANTI E PALESTRE. BLOCCATI GLI ISA PER L’ANNO D’IMPOSTA 2020

Sono online i modelli definitivi Isa 2021 (periodo d’imposta 2020), con le relative istruzioni

È stato pubblicato sul sito dell’agenzia delle Entrate il provvedimento del 28 gennaio scorso che approva i 175 modelli Isa in vigore per il periodo d’imposta 2020.

Il provvedimento contiene, inoltre, le modalità tecniche per l’acquisizione degli ulteriori dati necessari ai fini dell’applicazione degli indici sintetici di affidabilità fiscale per il periodo di imposta 2020. Vi è, anche, la parte programma delle elaborazioni degli indici sintetici di affidabilità fiscale applicabili a partire dal periodo d’imposta 2021.

Le tre nuove cause di esclusione

La novità più importante riguarda l’introduzione di tre nuove cause di esclusione previste proprio per far fronte alle casistiche in cui l’emergenza da Covid 19 ha inciso in maniera più profonda. Esse riguardano:

– i contribuenti che hanno subito una diminuzione dei ricavi di almeno il 33 per cento nel periodo d’imposta 2020 rispetto al periodo d’imposta precedente;

– i contribuenti che hanno aperto la partita Iva a partire dal 1° gennaio 2019.

La terza causa di esclusione riguarda invece singoli codici attività specifici per i quali per l’anno d’imposta 2020 non si applicheranno tout court gli Isa.

Si tratta di tutte quelle attività che nel corso del 2020 hanno dovuto sottostare a rigorosi provvedimenti e misure restrittive di sospensione previste dai Dpcm del 24 ottobre e del 3 novembre 2020, per il contenimento dell’emergenza sanitaria. In pratica sono quelle attività che per effetto dei Dpcm sono state soggette, a livello nazionale o regionale/provinciale, a ulteriori sospensioni dell’attività che si sono sommate alle chiusure definitive nei Dpcm del 9 marzo, dell’11 marzo e del 22 marzo 2020. 

L’elenco di queste attività comprende ben 85 codici ATECO fra cui sono comprese, ad esempio palestre, bar, ristoranti, gelaterie, pasticcerie, il commercio al dettaglio di abbigliamento, di calzature, di confezioni per adulti, etc. Per questi, senza fare altri calcoli, l’esclusione scatta quindi in ragione della sola appartenenza ad un dato codice attività.

Per ulteriori informazioni contattare il nostro ufficio tributario. Tel. 0574 40291

CONFESERCENTI PRATO A FIANCO DELLE IMPRESE: IN PIAZZA A FIRENZE A PROTESTARE CONTRO IL NUOVO DCPM. LE PROMESSE NON BASTANO. SERVONO INTERVENTI IMMEDIATI E CONCRETI.

In data 26 ottobre 2020 Confesercenti Prato insieme ai propri ristoratori ha protestato in Piazza della Repubblica a Firenze contro il nuovo Dpcm.

Le categorie del commercio non si sentono assolutamente soggetti di veicolo della diffusione del virus. I Pubblici Esercizi passano per essere degli untori, quando invece ristoranti e bar hanno sopportato investimenti anche importanti per adeguarsi alle regole e stanno operando in totale sicurezza seguendo nei dettagli i protocolli previsti. Fin dall’inizio dell’emergenza bar e ristoranti hanno sempre rispettato le regole, sono altri i settori che registrano assembramenti e situazioni a rischio come nel trasporto pubblico.

Confesercenti Prato nel condividere le ragioni della protesta che giudichiamo più che legittima ha promosso ed è stata presente in piazza alla manifestazione di protesta.

Confesercenti Prato assieme ai propri ristoratori e baristi ribadisce che la decisione del Governo è sbagliata.

Alcune immagini della manifestazione del 26 ottobre 2020 in Piazza della Repubblica a Firenze:

L’APPELLO DI RISTORANTI, PUB E BAR FIEPET CONFESERCENTI: “AIUTATECI A RIMANERE APERTI, CONTENERE IL VIRUS UNA RESPONSABILITA’ COMUNE”

Contenere la diffusione del Covid-19 è una responsabilità comune e per evitare nuove restrizioni, che metterebbero ancora più in crisi le imprese, serve l’impegno di tutti: dei clienti, che devono rispettare le norme anti-covid, ma anche delle istituzioni, che devono predisporre protocolli chiari e sostegni certi alle attività in difficoltà.

È questo l’appello che lanciano, con una pagina a pagamento sul Corriere della Sera e su Repubblica di oggi, le imprese della somministrazione aderenti a Fiepet Confesercenti.

“Aiutateci a rimanere aperti”, si legge sul manifesto. “Bar, ristoranti e pub ce la stanno mettendo tutta per garantire la sicurezza di imprese e cittadini, ma per non fermare l’Italia serve l’impegno di tutti”. Da parte dei clienti, che devono rispettare le norme igieniche, di distanziamento e comportamentali indicate dall’autorità sanitaria; ma anche di Governo e Regioni, che devono predisporre non solo protocolli di sicurezza chiari e condivisibili, ma anche introdurre rapidamente aiuti adeguati e certi alle imprese in sofferenza, riducendo la burocrazia e semplificando l’accesso al credito.

Sostegni necessari per un settore già estremamente provato dalla crisi economica, dal lockdown e dallo smart working – commenta l’associazione – e su cui ora torna ad aleggiare l’incubo di nuove restrizioni. Solo l’annuncio di una nuova stretta su bar, pub, ristoranti e pizzerie ha fatto perdere nei giorni scorsi alle imprese della somministrazione il 20% del fatturato. Percentuale che nei prossimi 30 giorni, con la chiusura anticipata, salirà fino a valere circa 100 milioni di euro.

“La tutela della salute dei cittadini viene prima di tutto ma non è possibile penalizzare un settore che chiaramente non può essere la causa dell’impennata dei contagi: è necessario appellarsi alla responsabilità e al senso civico di tutti per arginare il contagio, pensando allo stesso tempo a come sostenere le imprese travolte dall’emergenza”, spiega il Presidente di Fiepet Giancarlo Banchieri. “In ballo ci sono migliaia di posti di lavoro, dei dipendenti ma anche degli imprenditori: bisogna salvare tutti, altrimenti il blocco dei licenziamenti sarà inutile. Servono aiuti immediati, ma anche strumenti per permettere alle imprese di affrontare il cambiamento imposto dal virus, con agevolazioni sul credito e sostenendo la riconversione delle attività”.

FIEPET: CORONAVIRUS, BAR E RISTORANTI DI PRATO IN DIFFICOLTA’

RenzoBellandi, presidente FIEPET Confesercenti, sottolinea come in questa settimana anche il settore dei pubblici esercizi ha visto un notevole calo di clienti e conseguentemente un vero e proprio stato di crisi del settore anche nelle nostre zone.

A seguito di ciò la FIEPET di Prato chiede oltre alle misure nazionali di sostegno al settore anche interventi a livello locale come lo slittamento del pagamento delle imposte locali a partire dalla Tari.

“ Una situazione di grandi difficoltà per i bar e ristoranti di Prato e provincia. Una situazione di panico ingiustificato ha prodotto e può produrre danni  incalcolabili ai nostri esercizi e alla nostra economia cittadini. Occorrono misure nazionali e locali a sostegno del settore”.

Revoca occupazione suolo pubblico: Necessaria revisione del provvedimento

0256cf14c1a3371A seguito della revoca di alcuni permessi di occupazione del suolo pubblico in via S. Trinità, Renzo Bellandi, presidente Fiepet Confesercenti Prato, dichiara quanto segue:

«Abbiamo appreso che l’amministrazione Comunale ha revocato il permesso ad occupare il suolo pubblico con i tavoli ad alcuni esercizi di Via S.Trinità.

Non conoscendo i motivi che hanno indotto il comune a prendere questo provvedimento ci permettiamo di commentare solo il metodo e la tempistica.

Non riteniamo giusto che il Comune prima rilasci una autorizzazione e poi la revochi senza che nel frattempo siano sopraggiunti fatti straordinari.

La Fiepet Confesercenti  di Prato (il sindacato dei pubblici esercizi) ritiene che non sia più rimandabile un incontro tra Comune ed Associazioni di categoria che rimetta ordine ad una interpretazione più condivisa possibile dei criteri e delle norme che riguardano l’uso del suolo pubblico da parte dei bar e dei ristoranti del centro storico, compreso lo sviluppo ulteriore ed allargamento delle aree pedonali.

I bar ed i ristoranti hanno rappresentato una novità vera ed importante e  se non l’unica sicuramente la più significativa del nostro centro storico ed è per questo che chiediamo che si possa lavorare, certo nel rispetto delle norme, ma anche con la certezza del diritto e con la tranquillità necessaria».