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EDITORIA. PROPOSTA CONFESERCENTI-UIL PER SALVARE LE EDICOLE: RIVOLUZIONIAMO LA RETE, RIVEDIAMO LE NORME SUI PRODOTTI EDITORIALI E GLI OBBLIGHI DEGLI EDICOLANTI

COMUNICATO STAMPA

Il documento presentato dai giornalai al Dipartimento Editoria: rimodulare il concetto di Parità di trattamento, serve una riforma della rete con un canale ‘ad alta qualità’ da dedicare all’editoria. Con informatica edicole possono diventare centri servizi

 

Rivoluzionare la rete delle edicole, rivedendo la distribuzione così come le norme sul prodotto editoriale e gli obblighi degli operatori, a partire dall’introduzione di una maggiore flessibilità di commercializzazione per i prodotti editoriali non giornalistici, per poter finalmente permettere ai giornalai di fare promozione e marketing.

Sono queste alcune delle proposte contenute nel documento costruito da Uil e Fenagi – la federazione nazionale giornalai di Confesercenti – per la riforma del sistema di distribuzione dei quotidiani e periodici, consegnato al Dipartimento Editoria su richiesta del Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio on Luca Lotti come contributo di idee per la riforma di settore.

“Non sempre cambiare equivale a migliorare, ma per migliorare bisogna cambiare”, commenta il Presidente Fenagi Prato Valerio Paoli titolare dell’edicola di Narnali, citando Sir Winston Churchill. Il Documento – spiega – propone un’idea di fondo che cambia radicalmente il concetto di rete di vendita unica, prospettando una suddivisione per canali della stessa rete in base  alla caratteristiche delle attività commerciali. Da qui  l’idea di creare un canale ‘scelto’, fatto di edicole che rispettano criteri di alta qualità e professionali prestabiliti, che assicuri un trattamento di riguardo al prodotto editoriale. Allo stesso tempo, però, bisogna allentare gli obblighi degli edicolanti sui prodotti non giornalistici.

“Per questo – spiega Paoli – occorre procedere alla rimodulazione del concetto di ‘Parità di trattamento’, nato per garantire il pluralismo delle testate in edicola. Un concetto sempre più obsoleto a causa dell’accessibilità dei nuovi media, e che in futuro dovrebbe essere applicato solo a giornali e riviste, prevedendo invece una commercializzazione più flessibile dei prodotti editoriali che non hanno le caratteristiche della testata giornalistica”.

“Rimodulare il concetto di Parità di trattamento, dare la  possibilità di gestire gli abbonamenti sia ai quotidiani che ai periodici ed offrire  servizi di pubblica utilità da erogare attraverso l’informatizzazione”, conclude Paoli, “è la strada maestra da percorrere per riqualificare la rete tradizionale di vendita. Così come l’uso dell’informatizzazione per trasformare le edicole del futuro in centri servizi di pubblica utilità, dal pagamento delle multe alle informazioni turistiche”.

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